lunedì 30 aprile 2012

Nobel Lady

The Lady
Trama: Aung San Sun Kyi (ho fatto il copia/incolla)

Luc Besson, lo abbiamo ampiamente ripetuto, gli piacciono le Donne. A parte la battuta facile facile, non c'è film dove la pappagorgia di Luc non suggerisce al suo proprietario di non fare un film che non abbia una protagonista femminile coraggiosa, forte, unica, bella e brava. (Nikita, Mathilda, Leeloo, Angel-A, Giovanna, Adele)
Anche questa volta (come fu per la Giovanna d'arco, anzi meno male che con la Jovovich si sono lasciati da anni sennò faceva fare a lei pure Aung San) Luc racconta la vita di una donna reale e proprio come l'altra volta inciampa nella didascalia e nella faciloneria.
Certo, la vita di Aung San Sun Kui è talmente densa e importante e simbolica che da sola basta per rendere il film interessante, ma la messa in scena è banalotta e troppo troppo troppo didascalica, cioè un biopic da Canale 5 con protagonista Claudia Pandolfi...
Comunque anche questa volta mi rifugio nel mio cestinello di vimini e salto a pie' pari le implicazioni politiche altissime di questa storia, prima di tutto perché non ne so proprio un bel nulla, ignoranza totale da parte mia, mea culpa mea maxima culpa.
Certo è che negli ultimi giorni qui da me si sono scatenate ferventi discussioni sulle ditatture, sulle violenze, sul vivere in pace tutti insieme io e Claudia Pandolfi e auguri coca cola e poi un mondo in armonia bevi insieme a noi.
Io, bastian contrario per antonomasia, mi trovo sostanzialemte a pensare: è inutile vivere nell'Utopia di poter cambiare la dittatura dei potenti sui deboli, perché è una "cosa" che fa parte dell'animo umano, quello vero. Cioè sarebbe come dire: bene da domani tutti i pesci devono vivere fuori dal mare. Cioè, ripeto, se è vero come è vero che la Storia dell'uomo è fatta SOLO di soprusi, guerre, eccidi e via così... non è chiaro il motivo? E cioè che l'uomo è così. E basta. Io me ne sto nel mio antro dispotico e nichilista.
Certamente aspetto smentite, esempi che mi facciano ricredere.
Io continuo a pensare che se domani qualcuno mi chiede se liberare o no quel famoso virus per annientare il genere umano (lasciando vivi gli animali, chiaramente), gli direi in un battito di ciglia: eccerto! che st'aspettà?
Interpretazione dell'attrice ai limiti della mimesi e okey, locandina di Obey, e obey, ma il biopic è troppo semplicistico - anche se Besson cerca di raccontarci più la vita privata che quella politica, anzi dire che il biopic è sul marito di Aung San più che sulla leader birmana stessa - peccato però che non sia niente che si distanzi dal solito trito bio-pic con la buona interpretazione.

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