giovedì 28 luglio 2011

Torna a Sorrentino

L'uomo in più
Trama: Antonio Pisapia e Tony Pisapia

La questione non è essere un bravo regista o essere un cattivo regista, no, la questione è essere un Regista.
Escludiamo a priori gentaglia come i Vanzina e i Veronesi; eliminiamo senza troppo rimorso amebe tipo Pellegrini o questa nuova ondata di giovinastri vari ed eventuali di cui ora neanche ricordo i nomi; non pensiamoci neanche ai Muccino (che siano più o meno cresciuti); mettiamo da parte (ma solo per anzianità) i Moretti. Chi ci rimane? Il nulla? No. 
Ci rimane Sorrentino. 
Che, mi ritrovo a pensarlo ogni volta che vedo un suo film (e l'ho anche scoperto molto tardi, iMe), è un Regista. Uno che ti dà proprio la dimostrazione che fa il Regista, che dice "Adesso questa cosa si fa come dico io", "Adesso questa scena la riprendo da qui", "Adesso Regia". Che può sembrare un discorso campato in aria, o anche solo molto banale, in fondo il regista non è sempre quello che decide, acqua calda? No. Per niente. Cubetti di ghiaccio. 
Sorrentino dimostra che, come dire, "l'attitudine è metà del lavoro". E lui ha classe, stile, personalità.
Questo è il suo primo lungometraggio, favoloso "doppio sogno" partenopeo, con due storie binarie unite da un'omonimia e da una tristezza quasi metafisica. Non ci vengono risparmiate scene grottesche e su piani alterati; la ragazza che balla alla festa...

che tu pensala mentre la giri, o mentre la scrivi, una scena del genere, se non hai il controllo totale della tua idea, rischi di fare una porcata memorabile, una scena stracultrash. E invece, Sorrentino no... O scene che solo qualcuno con uno sguardo quasi scientifico potrebbe mettere su: studiare l'animo umano e saperlo riversare in un personaggio nell'arco di una o due pose. Non basta la bravura degli attori (anche se sì, nonostante da un certo momento in poi TUTTI i film d'Itaglia hanno nel cast Toni Servillo, sì, Toni Servillo è un cristo di attore, tipo un bene culturale itagliano immeritato), serve la scrittura, servono le idee chiare, e, ripetita iuvant, ad oggi mi sembra che queste idee le abbia solo Sorrentino. O una scena come questa, che è un incipit pazzesco:

e poi il lungo piano sequenza dell'entrata nel locale, questo:

che ne cita almeno altri tre, o viene citato: Quei bravi ragazzi, Carlito's Way, Boogie Nights... hai detto cazzo, se solo pensi che un regista ITAGLIANO si è messo a fare un cristo di PIANO SEQUENZA, e lo fa perfetto, be', inchino e reverenza fai la giravolta falla un'altra volta.
E poi certo, la colonna sonora. Sorrentino e le colonne sonore è un discorso a parte. Infatti lo faremo da un'altra parte. Ora intanto speriamo che l'unico Regista Italiano non si faccia traviare dall'ameriga, anche se sembra di no:

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