lunedì 24 giugno 2013

Servillo del potere

Viva la libertà
Trama: Servillo bifronte (e mi è appena venuto in mente il titolo post migliore EVER per un altro film con Servillo che faceva il cuoco: Il pranzo è Servillo. Mannaggia.)

Il nodo narrativo di Viva la libertà è veramente vecchio come il cucco. Lo scambio di persona rivelatore di una capacità inaspettata, che dimostra come in un ambiente (qualunque esso sia) è più facile che ci si trovi più a proprio agio l'anomalia (il matto, il guitto, il malato, insomma l'opposto) di chi invece ci è nato e cresciuto.
Secondo i miei studi distratti credo che i Menecmi sia il primo esempio, ma poi da Il principe e il povero fino a Johnny Stecchino, quella dell'"opposto" che entra in una situazione, la ribalta, ne scoperchia le magagne e ne esce vittorioso è ormai nell'immaginario collettivo quanto se non più del "ragazzo ama ragazza" (di certo regala molti più spunti). Se vogliamo entrare nell'ambiente politico basta pensare a Dittatore uno e Dittatore due o a Dave. E poi se la vuoi tirare un po' è lo stesso presupposto di roba con Bud Spencer/Terence Hill o Jodie Foster.
E ora abbiamo due Servillo (oddio, quindi tre Servillo? Ed ecco che sono diventati DEL TUTTO INUTILI i casting per i post-cinquantenni. Fatevene una ragione.): uno è il leader della sinistra itaGliana, l'altro il gemello, guarda un po' un po' pazzo, e sotto psicofarmaci. Succede che il primo se ne scappa all'estero depresso (e ripara a casa della sempre odiosa - E MAI FRANCIOSA! - Valeria Bruni Tedeschi - A SOEUR BRUNI! CAMBIATEVE COGNOME! MA CHI VE VOLE! SE C'ERA LUI (Garibaldi intendo) sai da quanto vi aveva tolto la nazionalità! - e poi comunque il metodo migliore per guarire dalla depressione proprio) e il portaborse è costretto a mettere a capo dell'opposizione prossima alle elezioni proprio il gemello picchiatello che - TA DA! - riesce mille volte meglio del fratello politico, parlando come mangna e non col mangna magna, dicendo quello che il popolo vuole dire e non quello che vuole sentirsi dire, appunto, la verità. La veritaaaaà! Comportamento bordeline che ovviamente gli regala i favori del pubblico e, più o meno, della classe politica tutta. 
Elezioni alle porte, vittoria in tasca, nodi famigliari quasi risolti e domanda sulla punta della lingua: per governare ci vuole un matto, o governare rende matti? La risposta è nel faccione di Toni Servillo nella scena finale. Toni Servillo nella più grande interpretazione della sua carriera: una TROTTOLA!
Quindi se per Servillo le cose vanno bene (come sempre, forse è ora che Toni provi a fare qualcosa di completamente diverso), e vanno bene pure per Mastandrea - che comunque nonostante abbia vinto troppi premi quest'anno, gli si vuole un bene dell'anima sempre a prescindere - la veritaaaà è che le cose non vanno altrettanto bene per il film, che, nonostante abbia almeno il merito di mettere in scena una sorta di favola fantapolitica o comunque una storia che non siamo tanto abituati ad accettare se non in una commediola amerigana, non riesce a sollevarsi da una diffusa apatia, un discontinuo grigiore, una critica troppo superficiale.
E siccome c'ho il trip Disneyano ecco a voi Topolino (ma non sarà mica doppiato da Servillo?) che dice la sua a proposito di scambi di persona rivelatori:

2 commenti:

  1. Non credo che il film volesse, prima di tutto, fare critica, credo volesse raccontare una storia (Un po' come la buonanima di Moretti con 'Il Caimano'), la critica alla sinistra è solo un pretesto (E quando cerca di fare quella critica, il film cade nella retorica). D'accordo per la storia vecchia come il cucco (Ho usato esattamente la stessa confutazione plautina (Ma come parla?! Le parole sono importanti! - Parentesinception) per parlare del film ad altre persone, ma in questo film funzionano soprattutto le situazioni più che i discorti di Sinistra Democratica di Servillopazzo. Piaciuto un po' di più, insomma. Nulla, passavo. Ciao. -Divine

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  2. funziona mastandrea anche...

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