giovedì 31 gennaio 2013

Barbonepapà

Being Flynn
Trama: Mettere De Niro su bianco

Il momento è topico: Bob DeNiro is back in town.
Non è proprio lui lui, ma vista l'immonda idiozia (l'immondizia, quindi) a cui ci aveva abituati negli ultimi anni (roba tipo questo schifo, questa zozzeria, questa mostruosità, questa ridicolaggine, questa atrocità), c'è davvero di che andare felici se lo vedi fare quella cosa per cui in tempi andati lo hai amato tanto, quella cosa è recitare.
Il film non esalta, ma neanche delude; sarà che come molti film che si reggono su attori (lo abbiamo visto ieri, ma quello era un caso negativo), anche "diventando Flynn" troppo spesso si scorda le reali possibilità di una storia tanto intensa (perquanto un po' risaputa): un giovane scrittore in erba (ma più che in erba in tante altre sostanze psicotrope) sbarca il lunario come può, finché non finisce in un ricovero per senzatetto, cioè come inserviente non come "cliente". Di contro, suo padre, tassista razzista e misantropo, perso nei suoi scritti (anche lui scrittore più che fallito, di quelli che si porta dietro una lettera di rifiuto di un editore importante perché comunque gli hanno prestato attenzione, un qualche tipo di attenzione) e nelle sue sparate deliranti, capicolla mentalmente e diventa un senzatetto, costretto a trovare ripare proprio dove lavora il figlio e, in preda ai suoi sogni con le ali spezzate il primo e in preda ad un esaurimento più che nervoso il secondo, i due saranno costretti a trovare una forma di rapporto fino ad allore inesistente (comunque questa cose dei padri ad hollywood mi continua a perplimere: dove mi giro vedo padri/figli. Sarò io che ho desiderio di paternità? Avrei detto di avere solo quello di paternalismo).
Gli scontri attoriali tra Robert e Paul Dano (il migliore della sua generazione? Di certo uno che meriterebbe ancora di più di quello che ha... gli auguro tutti gli Oscar del mondo) fanno del film un "vale la pena", non un capolavoro, ma indubbiamente un "vale la pena".
Certo, poi c'è Julianne. Ultimamente ci penso a Julianne, sarà che a 52 anni se ne va a ritirare premi così
che voglio vedere voi a 52 anni ad andare a ritirare premi così voglio vedere. Devo ancora vedere quello dove fa Sarah Palin e vince tutti i premi del mondo, ma intanto l'aspetto al varco qui:

Sempre viva Paul Dano e la sua faccia astrusa. E poi evviva Roberto De Niro che come vedremo presto quando mi degnerò di fare la recensione di Silver Lining Playbook è davvero tornato e forse vince un Oscaraffone.

1 commento:

  1. Quello su Sarah Palin l'hanno fatto in tivvù (!!!) durante le vacanze di Natale e l'ho visto. Beccato per caso. È una figata e lei è spaventosamente somigliante, anche se forse l'hanno fatta TROPPO idiota/ignorante/zotica. O era davvero così?? Ti chiedi sul serio cosa passasse nella mente di McCain quando l'ha scelta.
    Vabbè, cmq mille premi meritati, credo.

    Di che parlava il post?

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