mercoledì 23 gennaio 2013

Altromondo Cane

Frankenweenie
Trama: Frankenstronz

Lo ammetto, è diventato troppo facile scagliarsi contro Tim Brutton. Da quell'immonda trasposizione molto poco carroliana in poi (ma forse anche un anticchia prima, basta pensare a Willy Wonka), Tim ha perso ogni fiducia dal sottoscritto (ed è una fiducia che pesa - come la propria lo è per ognuno, ma la mia è un po' più propria delle altre - perché quando qualcuno ha la mia fiducia cinematografica sono pronto a buttarmi nel fuoco per lui (leggi: Spilbi); la questione è che come tanti altri anche io sono rimasto tramortito dalla poesia dark e il romanticismo grottesco che Tim infondeva nei suoi lavori (almeno fino a Sleepy Hollow, l'ultimo bel film di Tim, anche se proprio in quello si iniziavano a vedere le crepe, non troppo creep), insomma, io salvo addirittura Mars Attack! (che in fondo è un film sbagliato sotto molti aspetti).
Poi Tim ha votato il suo Genio al soldo, a Gionni Deppe e le sue smorfie, a Helena Bonham Carter e la sua isteria, alla Disney.
Ma ricominciamo. Tutto è iniziato con la Morte Malinconica del Bambino Ostrica, un libro di disegni e poesie realizzate da Brutton negli anni di gioventù pieno di personaggi strastrani, questi:
Che sono un po' la base di tutta la sua poetica del freak dolce, dell'horror come sfogo, del "i veri mostri sono quelli normali", di queta cazzo di "fiaba dark" che ci ha anche rotto un po' le palle, oggi. E poi venne Edward, ed Edward sì che era un GRANDE personaggio, triste pinocchio e perfetto simbolo dell'adolescenza piena di brutti pensieri e belle pulsioni (e viceversa). E ancora vennero tutti gli altri, sempre splendidi, da Beetlejuice a Jack Skeletor, e noi bambini un po' freak tutti felici di riconoscerci nelle malinconie e negli occhi vuoti.
Ma come recita l'adagio, quanto tempo puoi fissare l'abisso prima che l'abisso cominci a fissare te? Nel caso di Brutton sostituire "abisso" con "denaro", o meglio, produzione per la massa, e l'anima al Diavolo è venduta... ma poi ma magari al Diavolo... qui si tratta del Dio Denaro, di passare dalla genialità alla banalità e far credere ancora a tutti (quelli che ci cascano) che sei geniale per davvero. Funziona un po' anche con le rock band no? Quando poi li conoscono tutti allora a te non piacciono più. Ma qui siamo davvero oltre il mero "a me piaceva da prima".
Quindi Tim, mi rivolgo a te come mi fossi davanti, per favore non fare il trasognato che non ci crede nessuno: forse questa sua fortissima banalizzazione è dovuta al fatto che sono esponenzialmente aumentati i mostri reali? Che la società stessa è diventata l'abisso? Che l'orrore serpeggia? 
Ma. De. Che. Ma che è? Un trattato di spicciola sociologia per dodicenni? 
La verità è che Tim Brutton è diventato main stream, per la massa. Punto. Per la massa che sono gli Emo, come lo era il Corvo, come lo è Marylin Manson e Lady Gaga col vestito di carne, dietro sempre il soldone c'è. C'è un pubblico di adolescenti suicidi che gli piace la morte e le magliette a righe? Ecco a voi Tim Brutton. Perché ora una ragazzina sedicenne che si sente un po' malaticcia e si mette la matita nera pesante sotto gli occhi e lo smalto smangiato, nero anche quello, al limite viola scuro, non può non conoscere e amare Brutton e dire "scioè. mitico. troppo dark. proprio come me. il mondo è un brutto posto."
E non è solo nostalgia buffona quella che mi fa dire che quando nei miei di 16 anni vedevo Nightmare Before Christmas e mi sentivo un po' malaticcio (e ho anche messo la matita nera, a volte), lui, Tim, era meglio. Mille volte meglio. Non è la mia nostalgia a farmelo ricordare meglio, era davvero meglio. A consolazione penso anche che io ero peggio, ero un adolescente cagacazzi e quindi le due cose trovano un certo equilibrio. Ora sono cresciuto. Ora sono un adulto cagacazzi, 
Tim, sai cosa? Perché non ammetti anche tu che dalla realtà, per quanto trasognante e spettinato tu possa essere, non scappi, e neanche dagli Studios, dalle ville a Hollywood, dai tic di Gionni Deppe, dallo star system, non scappi per quanto stramboide tu sia e finisce che diventi un ingranaggio, esattamente quello che non volevi mai essere. Poi va bene così eh! Ma magari ad esserlo il tuo genere di ingranaggio e non chessò, un intercalatore per l'ennesima stagione de I Simpson, ma Tim Brutton, fettene una ragione: sei l'ingranaggio darkettone e sweet-horror dell'industria cinematografica. Period.
ALtro passo indietro. Da dove viene Frankenweenie? Da questo cortometraggio, splendido davvero, uno dei primi lavori strutturati a film di Brutton (già ve l'ho messi ma li rimetto):


e da questo corto, che Brutton realizzò quando ancora lavorava in Disney (scappi dalla Disney, trent'anni dopo ti fai ricomprare dalla Disney. Gira la ruota. Gi-ra-la!):
E, logicamente, dall'amore di Brutton per la stop-motion (questa forse l'ultimo barlume di purezza che gli è rimasto).
Frankenweenie diventa quindi un film (prodotto dalla Disney, e questo non va mai dimenticato) di c.ca 90 minuti. Da un corto perfetto ad un film altamente imperfetto. Dove l'imperfezione sta proprio in quei 70 minuti di scarto. Quella che era una storia che si consumava nella perfezione di un quarto d'ora, viene diluita e spezzetata e perde di ogni mordente. I personaggi aggiunti a forza nella struttura pura padrone-cane sono tutti forzati, e oserei dire stupidotti, banali come può esserlo l'ennesimo gruppo di amici Leader/ragazza dark/ciccione/ragazzina svampita. Tutti personaggi che, ok, arrivano dall'immaginario di Brutton e dal Bambino Ostrica di cui sopra, ma che, non scordiamocelo MAI, non sono certo © Brutton, sono Tipi radicati nella struttura stessa della scrittura per ragazzi (stesso dicasi per gli horror, come ci ha insegnato The cabin in the woods), è solo fottuta scrittura. Sono le Winx, ognuna con un potere per accontentare ogni possibile "istinto" di qualsiasi ragazzina sulla Terra (la musica, la natura, la tecnologia, l'arte, la moda). Dunque per me il valore di Brutton al momento è lo stesso che ha Iginio Straffi. E ho detto tutto.
Anche se questo personaggio qui mi ha divertito un pochino:
Frankenweenie è sbagliato perché fa leva sui soliti animi sempliciotti, quelli che ormai "Burton è dark + io sono dark x io sono una persona diversa da tutti : Burton è diverso da tutti [i suoi film sono bellissimi] = il fatto che mi piaccia fa di me una persona bellissima [il mondo è una merda] + la mia diversità mi rende speciale" e via dicendo in avvitamento carpiato sulla non-ammissione della proprio fottutissima banalità e sull'accettazione del sé e dell'Es. Ogni gruppo, per quanto minuscolo, sarà sempre un riconoscimento, uno spcchio: ti piace Burton perché sei diverso da tutti quelli a cui non piace (tu dici: non lo capiscono)? No, ti piace Burton perché sei uguale a tutti quelli a cui piace.
Evviva che gran novità gli ennesimi omaggi agli horror di una volta:
Noia. Evviva che primizia la presenza (sia in versione pupazzo) di Vincent Price doppiato da Martin Landau. Noia.
Oserei dire che Frankenweenie zoppica anche dal lato puramente tecnico. Ho visto una stop-motion quasi acerba, scattosa e imperfetta. I fasti (almeno tecnici) di un Paranorman lo fanno veramente rabbrividire. Vogliamo credere che sia una cosa voluta? Una sorta di effetto rétro-espressionista anche nella resa poco fluida e nei pupazzi che sembrano un po' lasciati a metà? (orrendi tutti gli adulti, banali le scenografie, si salva giusto il bianco e nero, comunque dato in post-produzione, come si evince da questa foto posata:
Niente. Vi regalo un making of perché è mia abitudine per i film in stop-motion, ma non ne vado fiero

Per fortuna le aspettative per Brutton sono ormai così basse - insomma, uno che riesce a stupire con un filmetto come Dark Shadow sta proprio alla frutta...
Occasione per parlare di Oscar. Frankenweenie è candidato tra i migliori film d'animazione. Candidatura regalata. Se la vede con: Brave (hum); Ralph Spaccatutto (credo il cavallo vincente); Paranorman (a mente fredda uno dei migliori dell'anno); e Pirati! (quello a cui ho già dato il mio premio).
Poi scusate un'ultima considerazione da gattaro. *SPOILER* Dunque il protagonista c'ha cane e molto amore per cane unico amico evviva. Cane muore, lui triste, noi tristi. Quindi ok, resuscitalo! Vai così! Alla fine del film anche gli altri della combriccola resuscitano degli animali, tutti cattivi e tutti di nuovo morti a fine film. E ok. Ma. In mezzo a tutta la cagnara (!) c'è una tipa - la più stramba, banalmente uguale a mille altri personaggi del genere - che mentre vuole resuscitare un pipistrello lo mette vicino al suo gatto e CRAAACK quelli si mischiano e diventano un gatto vampiro. Alla fine del film il gatto - che non aveva fatto niente anzi aveva pure avvertito che presto sarebbero stati cazzi amari - muore, fuso col vampiro. Paletto di legno in panze e kaput. La ragazzina che se ne andava sempre in giro col gatto, il suo unico amico, il suo confidente, l'unico che gli permetteva di aggrapparsi all'ultimo barlume di sanità mentale prima del suicidio, rimane sola. Per il cane morto tutti tristi. Per il gatto nessuno piange. Non era il gatto l'animale più amato dai dark? Questo dimostra la pochezza del tutto, ai miei occhi, che non sono a palla, anzi sono a fessura in segno di grande disapprovazione.

Ma voi non preoccupatevi, continuate a mettervi la matita sotto gli occhi e a sentirvi diversi, io sto benissimo da quest'altra parte della normalità. Voi statevene tutti contenti per Cane (che poi, già puzzano da vivi... pensa da morto che deve esse'...). Io rimango qui.

1 commento:

  1. Analisi triste e lucida della fine di un (finto) mito.
    A me Big Fish però in ogni caso era piaciuto e lo reputo l'ultimo suo film decente, anche se quello prima era quel pastrocchio delle scimmie.
    In ogni caso credo dovrebbe scattare automaticamente un mandato di cattura internazionale per qualunque produttore che conceda alla Bonham Carter di fare ancora film, come attrice ormai è inutile e irritante quanto se non di più di Mr mossette & smorfiette.

    RispondiElimina