martedì 11 settembre 2012

Sesto Senso

Perfect Sense
Trama: Non guardarmi non ti sento, non odorarmi non ti gusto. Ciononostante ti amo.

Jose Saramago ha scritto anni fa quel bel capolavoro di Cecità, da cui è stato tratto un film non altrettanto capolavoro, ma che si faceva vedere (!), anche per la rossa presenza di Julianne aMoore. In Cecità si racconta di un epidemia non meglio identificata che rende tutti cechi (nel senso di non vedenti, non di slovacchi), da lì, l'Apocalisse.
Se fossi un esperto di letteratura fantascientifica d'annata (50/60) sono sicuro potrei tranquillamente sfoggiare almeno una decina di titoli che partono da un presupposto simile: magari in uno tutti perdono l'olfatto, in un altro a tutti spariscono le papille gustative, sì insomma sono sicuro che ci siano decine di racconti del genere.
In Perfect Sense si racconta esattamente la stessa cosa ma non limitandosi ad un solo senso: piano piano, uno dopo l'altro, i sensi vengono meno, prima l'olfatto (e già si sente puzza di bruciato), poi il gusto (con buona pace dei ristoratori), poi l'udito e infine la vista... In mezzo ci sono Ewan McGregor (parentesi: ma Ewan McGregor invecchia? No dico, in generale? Invecchia? Mi pare di no, mai.) e Eva Green che si conoscono e si iniziano ad annusare, leccare, ascoltare, guardare sempre più inanmorati. Non fosse che stanno perdendo i sensi (non nel senso di svenimento).
Il film fa il suo lavoro, non ha picchi tragici troppo elevanti, fatta esclusione per quei raccordi un tantinello new age dove, sapete no?, si vede "il mondo" che subisce una piaga comune: un africano e un giapponese, un americano e uno svedese, tutti reagiscono allo stesso modo se non possono più gustare il sapore di una gazzella, del sushi, di un hamburger, di una polpetta ikea. Piangono.
Quindi Apocalisse + Amore. Amorcalisse. Pensavo fosse Amorcalisse, invece era un cataclisma. Il film te lo vedi, il Chicken lo strappa, anche perché al sorriso pirata di Ewan non resisto manco io:
ma in definitiva meglio altre apocalissi poco fracassone e filosofiche (non siamo dalle parti di 2012 qui, almeno non nel senso del film), che l'altr'anno ci hanno riempito (una, due e ce ne sono almeno un altro paio che ancora non ho visto). Qui c'è molta sdolcinatezza un po' forzata, c'è Eva Green che è un mezzo mistero (sì ok, belle sise, ma la mosceria... nel senso di... vabbè), c'è una regia un bel po' piatta e con quella certa prosopopea un po' innaturale che ti fa fare queste cose stonate del genere Bergman wannabe:
e ci sono appunto quelle scene un pochetto troppo "siamo tutti un unico genere umano, sfaccettato, diversissimo eppure umani, uguali, uniti" che invece ti fanno storcere il naso perché io Ciebbì no, io non ho niente in comune tipo, chessò, con gli altri blogger del mondo. Per dire.
Indubbiamente vedere in una scena riuniti Renton e Spud dà gusto a priori:
Ma poi scusate una cosa, ma i presupposti assurdi di questo film vi sembrano davvero così assurdi? Ditemi voi se non vi siete accorti che ormai tutto il genere umano ha perso il gusto.
E poi comunque alla fine un'Apocalisse che annulla i cinque sensi lascerebbe un mondo popolato solo da Cavalieri dello Zodiaco. Certo si estinguerebbero non potendo procreare, ma sai che lucine e armature sgargianti per un po' di tempo.
Io non mi preoccupo più di tanto, ad esempio tatto non ne ho mai avuto. Vedi che infatti non ho nessun problema a dirvi che "Ehy gente, mancano 100 giorni esatti alla fine del mondo."
100 esatti.

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